lunedì 17 marzo 2008

PALERMO LA MIA CITTA'

BREVE STORIA DI PALERMO

Palermo è il capoluogo della Sicilia e quinta città d’Italia. Posta al centro del Mediterraneo, culla delle più antiche civiltà, la città è stata da sempre crocevia di culture fra Oriente e Occidente. Luogo strategico di transito, scalo privilegiato di traffici mercantili e commerciali, approdo di popoli di razze, lingue e religioni diverse, Palermo ha affascinato visitatori e stranieri per la sua felicissima posizione, la mitezza del clima e la bellezza dei luoghi. Anche per questo, innumerevoli sono state, nei secoli, le dominazioni subite.
Non sono molte, nel mondo, le città che, come Palermo, hanno conservato tante testimonianze della cultura dei conquistatori: dai Romani ai Bizantini, dagli Arabi ai Normanni, dagli Svevi ai Francesi, dagli Spagnoli agli Austriaci, tutti hanno lasciato l’inconfondibile traccia della loro permanenza; e quasi sempre si tratta di testimonianze di straordinario valore, in quanto la confluenza di forme e stili, dal Nord Europa all’Africa, dal Medioevo al Barocco, ha spesso dato vita ad originalissime creazioni artistiche, architettoniche e decorative.
Ed è questa l’altra particolarità di Palermo: che, nonostante la commistione di culture, la città ha conservato la sua identità. Un’identità di città capitale che in ogni tempo ha saputo coniugare il meglio delle altre genti con la propria vocazione di libertà.
Per farvi conoscere la Palermo che mi appartiene vi faccio vedere degli angoli un pò particolari.Innanzi tutto bisogna ricordare che per i palermitani fondamentale è il santuario con la tomba di Santa Rosalia, posto a 430 metri s.l.m., fu eretto nel 1625 su di una massiccia scalinata.E' composto da una parte dedicata a chiesa ed una a convento.La facciata del seicento è addossata alla roccia.La chiesa è stata ricavata dalla grotta, profonda circa 25 metri e larga non più di 10, ove con molta probabilità furono ritrovate le reliquie della "Santuzza" come viene familiarmente chiamata Santa Rosalia dai Palermitani.

"U festinu" il festino

Rosalia era la figlia del duca Sinibaldo di Quisquina e delle Rose. Alla morte di Ruggero II, ella chiese e ottenne il permesso di vivere da eremita in una grotta sul Monte Quisquina, dove trascorse dodici anni della sua vita. Successivamente si trasferii in una grotta sul monte Pellegrino, a Palermo, dove visse fino alla morte avvenuta, secondo la tradizione, il 4 settembre del 1160.il suo culto si collega ad un evento particolare occorso alla città in occasione di una pestilenza. Nonostante le intense preghiere della cittadinanza e le processioni, le quattro sante compatrone di allora - santa Cristina, santa Ninfa, sant'Oliva e sant'Agata - non erano riuscite a fermare l'epidemia. Il miracolo fu invece attribuito alle reliquie di santa Rosalia le quali, portate in processione, riuscirono ad impedire l'ulteriore diffondersi del morbo.La leggenda narra che un giorno, sul monte Pellegrino, Rosalia apparve ad un cacciatore smarritosi a causa di un forte temporale. In dialetto palermitano la santa gli avrebbe detto di avvertire il vescovo di Palermo che in una caverna, dove ella era vissuta da eremita, vi erano le sue ossa. Inoltre gli predisse che sarebbe morto di peste. Il cacciatore, un tale Vincenzo Bonello, terrorizzato parlò solo in punto di morte. Il vescovo di allora, cardinale Doria, si recò subito nel luogo indicato dalla santa e, ritrovate le ossa, le mise dentro un sacco. Poi in processione solenne e tra i fiori, candele accese e canti, esse furono portate in città. Dal 1624, ogni anno dal 9 al 15 luglio Palermo festeggia la patrona, la santuzza, cosi chiamata affettuosamente dai devoti, con un festino che dura sette giorni, mentre il 4 settembre, dies natali, giorno di nascita della santa, ha luogo il pellegrinaggio alla grotta del monte Pellegrino, dove è stato edificato il santuario, e alla cappella della cattedrale di Palermo, in cui è custodita la statua della santa.

Molti affermano che con il carro trionfale i palermitani insieme alla gloria della Santa vogliono riaffermare la gloria della propria città un tempo capitale del mondo. Certo è che,. soprattutto in questi ultimi anni, il Carro è metafora della voglia della città di trionfare sui propri mali così come la sua "Santuzza" lo fece sulla peste.

I MERCATI DI PALERMO


Vucciria,capo, ballarò e borgo vecchio sono gli antichi 4 mercati di Palermo.Sono caratteristici da visitare sono rimasti quasi immutati nel tempo,c'è la stessa atmosfera lo stesso profumo gli stessi colori che offrivano al mercante arabo del X secolo.Non ci sono insegne luminose ma grandi lampade non cartellini con i prezzi ma bastoncini con pezzi di carta scritti a mano. Il sottofondo musicale è rappresentatato dai venditori che abbanniano la loro merce.Il profumo degli alimenti e delle spezie si mescola agli aromi delle panelle e delle stigghiola oa quello del pane appena cotto e dei biscotti.

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